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I miti sull’intelligenza artificiale

Dopo aver introdotto il concetto di Intelligenza Artificiale nell’articolo “Introduzione all’intelligenza artificiale – Che cos’è l’intelligenza artificiale e come viene utilizzata nella vita quotidiana” (https://short.staipa.it/nh6io) è il momento di parlare di alcune delle leggende metropolitane che ad essa si legano e su cui tanti giornalisti marciano a spron battuto per fare clickbait (Come funziona il clickbait? NON CI CREDERAI MAI! https://short.staipa.it/pcs07)

L’intelligenza artificiale è un campo in continua evoluzione di cui si parla da anni e verso cui ci sono da sempre alcuni miti e alcune paure più o meno motivati, molti dei quali vengono riproposti e infarciti di recente dall’avvento delle Intelligenze Artificiali Generative, semplicemente perché sono le prime di cui anche le persone meno esperte possono vedere con mano gli effetti e pensare di comprenderli.

Mito: L’IA porterà alla sostituzione degli esseri umani.

La verità: Nonostante l’IA abbia fatto progressi significativi, non è probabile che sostituirà completamente gli esseri umani, come non lo è stato per i motori a vapore o le catene di montaggio, altre automazioni che all’epoca della loro invenzione terrorizzavano il mondo dei lavoratori. Si tratta di uno dei miti più diffusi sull’IA, spesso alimentato da visioni distopiche e fantascientifiche. Per analizzarlo, è importante considerare il contesto e comprendere le vere implicazioni dell’IA nel mondo reale.

L’IA è un potente strumento che può automatizzare attività ripetitive e compiti specifici. Grazie ai rapidi progressi nell’apprendimento automatico e nell’elaborazione dei dati, può analizzare grandi quantità di informazioni e prendere decisioni in modo più efficiente rispetto agli esseri umani in determinati contesti. Questo ha portato a un aumento dell’automazione in molti settori, come la produzione industriale, la logistica e persino alcuni aspetti della professione medica. Più efficiente non significa necessariamente migliore, ma semplicemente più veloce e in grado di prendere in considerazione un maggior numero di parametri. Si tratta pur sempre di una macchina e se in alcuni settori questo può bastare, si pensi all’elaborazione di grandi quantità di dati, in altre in cui l’empatia e la decisione in base a un profilo umano l’Intelligenza Artificiale non potrà mai essere sufficiente.

Non possiede la complessità e la creatività del pensiero umano, né è in grado di comprendere il contesto e le sfumature in modo simile a un essere umano. L’IA eccelle in compiti specifici per i quali è stata addestrata, ma non può replicare la vasta gamma di abilità cognitive che gli esseri umani possiedono.

Invece di sostituire completamente gli esseri umani, è generalmente utilizzata per migliorare le capacità umane e lavorare in collaborazione con le persone. Per esempio, nelle industrie del servizio clienti, gli assistenti virtuali alimentati dall’Intelligenza Artificiale possono fornire supporto automatizzato ai clienti nella prima fase del supporto o per fornire risposte che risolvono una vasta gamma di problematiche standard, ma non significa che gli operatori umani siano obsoleti. Gli esseri umani possono fornire un tocco personale, risolvere situazioni complesse e offrire un livello di empatia che l’IA non può raggiungere.

Un altro aspetto importante da considerare è l’impatto sociale ed economico dell’adozione di queste tecnologie. Sebbene l’automazione possa ridurre la richiesta di determinate professioni o attività meno professionali, può creare nuove opportunità e ruoli comportando una trasformazione delle competenze richieste, con un maggiore focus sull’intelligenza emotiva, la creatività, la gestione dei dati e l’interazione umana. Non è molto diverso da quello che è accaduto all’artigianato di stampo medievale con l’industrializzazione, è stato necessario un adattamento ma se da un lato alcuni lavoratori hanno dovuto trasformare il loro modo di vivere e lavorare, dall’altro sono nate moltissime nuove figure professionali per lo più meno faticose e spesso più economicamente vantaggiose. Io, per fare un esempio, sono piuttosto felice di poter lavorare al computer un numero limitato di ore al giorno e di giorni in un anno, senza l’industrializzazione forse sarei quotidianamente a coltivare campi a mano, o a cacciare o allevare animali, o più probabilmente non esisterei.

In conclusione, sebbene l’Intelligenza Artificiale stia cambiando il panorama lavorativo e stia automatizzando alcune attività, non è realistico pensare che sostituirà completamente gli esseri umani, è uno strumento potente che può migliorare le nostre capacità ma la complessità del pensiero umano e l’importanza di competenze uniche come l’empatia e la creatività rendono gli esseri umani insostituibili in molti aspetti. Sarà necessario adottare un approccio equilibrato sfruttandone le potenzialità per migliorare la società, pur mantenendo un ruolo centrale per le persone nella guida delle decisioni e nell’affrontare le sfide complesse che il futuro ci riserva.

Mito: L’IA sarà sempre superiore all’intelligenza umana.

La verità: l’Intelligenza Artificiale è indubbiamente molto brava in specifici compiti come l’elaborazione dei dati o il riconoscimento di immagini ma non può essere considerata superiore all’intelligenza umana in modo generale. Questo mito deriva da una visione troppo ottimistica sulle capacità della tecnologia o da un fraintendimento delle capacità dell’IA.

L’intelligenza umana è un fenomeno straordinario e complesso, che comprende una vasta gamma di abilità cognitive, emotive e sociali. Gli esseri umani hanno la capacità di pensare in modo critico, ragionare, creare, comprendere il contesto, adattarsi alle nuove situazioni e apprendere in modo flessibile. Queste qualità umane sono intrinseche alla nostra esperienza di vita e ci permettono di affrontare una vasta gamma di compiti e problemi. Sono talmente intrinseche che quasi non ci facciamo caso ma ogni giorno ci capita di vedere qualcosa che non conosciamo e di inquadrarlo in un qualcosa che abbiamo già incontrato.

L’IA, d’altra parte, è un prodotto dell’ingegneria e della programmazione umana. E i suoi limiti sono necessariamente legati a questo. È progettata per compiere specifici compiti basati su algoritmi e modelli di apprendimento automatico ma manca della complessità e della completezza dell’intelligenza umana.

Per fare un esempio una Intelligenza Artificiale può superare gli esseri umani in giochi come gli scacchi o il go, in cui l’obiettivo è raggiungere una soluzione ottimale basata su regole predefinite. Tuttavia, quando si tratta di affrontare situazioni complesse, ambigue o nuove, l’intelligenza umana mostra la sua superiorità. Gli esseri umani sono in grado di utilizzare l’esperienza, il giudizio, l’intuizione e la creatività per affrontare problemi complessi che richiedono un pensiero non lineare e un’elaborazione multidimensionale e multidisciplinare. Una cosa interessante su questo specifico argomento è ricordare che già nel 1996, quando uscì la notizia della prima Intelligenza Artificiale in grado di battere un uomo a scacchi (https://short.staipa.it/x31pz) si parlava della possibilità che queste tecnologie rendessero superflua l’Intelligenza Umana.

È importante riconoscere che l’Intelligenza Artificiale e quella umana possono collaborare e completarsi a vicenda. L’IA può essere utilizzata come uno strumento per migliorare le capacità umane, offrendo supporto nella raccolta e nell’analisi dei dati, nell’automazione di compiti ripetitivi o pericolosi e nell’elaborazione di informazioni complesse. Questa sinergia tra l’IA e l’intelligenza umana può portare a risultati eccezionali e a nuove opportunità che sarebbero impossibili senza l’una o l’altra.

In conclusione, mentre l’IA può essere straordinariamente potente in determinate aree, non può essere considerata superiore all’intelligenza umana nel suo complesso. L’intelligenza umana è un fenomeno unico che abbraccia una vasta gamma di abilità e competenze. Riconoscere i punti di forza e i limiti di entrambe ci aiuta a sviluppare un approccio equilibrato sia nell’applicazione dell’IA che nel riconoscimento del valore intrinseco dell’intelligenza umana.

Mito: L’IA potrebbe diventare malvagia o ribellarsi all’umanità.

La verità: Questo mito è alimentato dalla rappresentazione di intelligenze artificiali ostili o ribelli nella cultura popolare, come nei romanzi e nei film di fantascienza. Spesso questi racconti hanno proprio lo scopo di far riflettere su queste tematiche e su questi rischi, ma quando si parla di argomenti ancora poco alla portata del grande pubblico è importante imparare a distinguere la parte prettamente legata alla fantasia dalla realtà.

L’Intelligenza Artificiale è in tutto e per tutto uno strumento creato e controllato dagli esseri umani e il suo comportamento dipende dalle modalità di progettazione, implementazione e controllo.

Si tratta di una tecnologia neutrale e senza coscienza propria. Non ha desideri, emozioni o intenzioni come gli esseri umani, per quanto lo scopo soprattutto per le Intelligenze Artificiali Generative, sia quello di apparire simili a noi. L’Intelligenza Artificiale opera in base alle regole e agli algoritmi che gli sono stati forniti e segue i comandi e le istruzioni dei suoi creatori. Non ha la capacità di sviluppare una volontà indipendente o un desiderio di ribellarsi all’umanità.

Tutto questo, d’altra parte, non significa che non debbano essere prese precauzioni. È importante adottare un approccio responsabile nello sviluppo e nell’utilizzo dell’IA. Gli sviluppatori e i ricercatori devono considerare gli aspetti etici e la sicurezza nell’implementazione dell’IA. Le linee guida e i principi di progettazione etica sono fondamentali per garantire che l’IA sia sviluppata in modo responsabile e rispetti i valori umani.

Per fare alcuni esempi per quanto sia una tecnologia neutrale metterla al servizio dell’ambito militare creando macchine in grado di muoversi e attaccare in autonomia può rappresentare un problema non tanto per l’umanità intera quanto per il rischio che rivolgere queste verso la popolazione civile potrebbe causare danni decisamente troppo gravi. Un altro esempio è sempre quello della guida autonoma e su come un Intelligenza Artificiale debba scegliere in una situazione in cui facendo una azione metterebbe in pericolo il guidatore e facendo il suo opposto metterebbe in pericolo altri umani esterni al mezzo.

Inoltre, è importante sviluppare meccanismi di controllo e supervisione per monitorare il comportamento dell’IA e mitigare eventuali rischi potenziali, anche riguardo al fatto che qualcun’altro possa illegalmente prenderne il controllo attraverso un attacco informatico. La sicurezza informatica e la protezione dei dati sono elementi cruciali per garantire che l’IA sia utilizzata in modo sicuro e non dannoso.

Va sottolineato che le preoccupazioni riguardanti l’IA malvagia o ribelle non devono essere ignorate, ma affrontate in modo razionale e pragmatico. La comunità scientifica, i governi e le organizzazioni internazionali stanno attivamente lavorando per definire standard, normative e protocolli di sicurezza per garantire un utilizzo sicuro e responsabile dell’IA.

In conclusione, il timore che l’IA diventi malvagia o si ribelli all’umanità è basato più sulla fantasia che sulla realtà. L’IA è uno strumento creato dagli esseri umani e il suo comportamento dipende dalle modalità di progettazione e implementazione. Con un approccio responsabile, etico e sicuro, l’IA può essere utilizzata per migliorare la nostra vita e affrontare le sfide globali, senza rappresentare una minaccia per l’umanità.

Mito: L’IA può risolvere tutti i problemi.

La verità: Nonostante le notevoli capacità, L’Intelligenza Artificiale non può risolvere tutti i problemi. Anche quest mito deriva da una visione troppo ottimistica delle sue potenzialità e da un’errata comprensione delle sue limitazioni.

L’Intelligenza Artificiale eccelle nel riconoscere pattern, elaborare informazioni, fare previsioni e prendere decisioni basate su regole predefinite, ma ci sono problemi complessi che richiedono competenze umane più ampie e una comprensione del contesto più profonda.

Un esempio è quello del settore medico dove può essere molto utile per l’analisi di immagini diagnostiche o nella scoperta di nuovi farmaci, ma la formulazione di una diagnosi accurata richiede spesso una combinazione di competenze mediche, esperienza clinica e intuizione umana. Inoltre, ci sono problemi etici, sociali e culturali che richiedono una comprensione umana e una valutazione dei valori umani.

Un altro aspetto da considerare è che l’Intelligenza Artificiale dipende dai dati di addestramento e dalle informazioni disponibili. Se i dati sono incompleti, errati o parziali, può fornire risultati distorti o non ottimali. Inoltre, ci possono essere limiti computazionali o di risorse che limitano l’efficienza o la scalabilità delle soluzioni basate su di essa.

Può essere uno strumento molto potente per affrontare una vasta gamma di problemi, ma non è una soluzione universale per tutti i casi. È necessario un approccio che combina l’intelligenza umana con quella artificiale per affrontare problemi complessi in modo completo ed efficace.

In conclusione, l’Intelligenza Artificiale ha il potenziale per risolvere molti problemi complessi, ma non può affrontare tutti i problemi in modo autonomo. Bisogna riconoscere le limitazioni dell’IA e adottare un approccio bilanciato, considerando sia le sue potenzialità che le sue limitazioni, per ottenere soluzioni ottimali e sostenibili.

Conclusioni

In conclusione, l’IA è un campo entusiasmante che offre molte opportunità, ma è fondamentale comprendere i miti e i limiti che circondano questa tecnologia. L’IA è uno strumento potente che può migliorare la nostra vita e affrontare molte sfide, ma è fondamentale mantenerne una visione realistica. Riconoscere il ruolo umano, adottare un approccio etico e responsabile e valutare attentamente le applicazioni dell’IA sono elementi chiave per utilizzarla in modo efficace e sostenibile.

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